Come insegnare al cane a fare i bisogni fuori di casa

Uno dei “problemi” principali che gli amici dei quattro-zampe devono affrontare è insegnare al cane a fare i bisogni fuori di casa o comunque nella zona che è stata destinata a tale scopo ( una lettiera, un tappetino e così via ).

Non si può pretendere che un cucciolo impari da un giorno all’altro questa nuova abitudine e si consideri inoltre che più il cane piccolo ( o più il cane è anziano ) e minore è la sua autonomia nel trattenere feci e urina. I cani adulti riescono a resistere fino a 12 ore, anche se sarebbe assolutamente corretto e rispettoso portarli ovviamente a spasso più spesso, mentre invece un cucciolo può avere lo stimolo ogni tre ore.

Come insegnare al cane a fare i bisogni fuori: capire il momento giusto

Ci sono dei segnali piuttosto semplici da riconoscere che ci indicano che il cane è pronto a “evacuare”: comincia ad uggiolare senza motivo apparente, inizia a girare su se stesso, annusa per terra con insistenza. O semplicemente il bisogno “scappa” in alcuni momenti specifici della giornata come al risveglio e dopo aver mangiato oppure bevuto.

La zona della casa destinata ai bisogni, come ad esempio un angolo con i classici panni assorbenti, deve essere facile da raggiungere e non troppo lontana da dove abitualmente il cane risiede perché potrebbe non riuscire ad arrivarci in tempo. L’ideale sarebbe collocare il panno o la lettiera nella stanza accanto a dove dorme o mangia: l’importante che non sia troppo vicino alle ciotole o alla cuccia perché ogni zona deve rimanere ben separata dall’altra.

D’altra parte va considerato che a seconda del mese di vita in cui il cane riceve i primi vaccini, bisogna attendere la prima somministrazione prima di portarlo fuori in sicurezza, quindi la soluzione del panno o della lettiera sono un buon compromesso, in attesa del via libera del veterinario a portarlo al parco.

Elogio o rimprovero? Come insegnare al cane a fare i bisogni fuori

Quando il cane fa i suoi bisogni nel posto giusto bisogna lodarlo e farlo in maniera teatrale, in modo da essere sicuri che comprenda che siamo felici per il suo comportamento: complimenti, premi, coccole e abbracci, il rinforzo positivo in questo caso è lo strumento migliore.

Man mano che il cane impara, spostiamo il panno sempre più vicino alla porta di uscita e poi portiamone uno con noi al primo giro in giardino: con il tempo il panno può diventare sempre più piccolo fino a che non sarà più necessario utilizzarlo.

Quando invece il cucciolo non fa pipi o pupu dove ci si aspetta, non bisogna trasmettere il messaggio sbagliato ed in particolare:

  • non avvicinargli il muso dove ha sporcato (anche se tanti lo dicono per via di qualche passaparola di paese, si tratta di un comportamento estremamente antieducativo);
  • non sgridarlo, soprattutto se è passato del tempo da quando il cane ha sporcato, perché non può comprendere che il rimprovero sia collegato a quell’evento, dato che la sua capacità di unire un fatto ad una nostra reazione, corre lungo l’arco di pochi secondi;
  • non pulire mentre il cane ci sta guardando, perché il fatto per noi di chinarci in terra invita il cucciolo al gioco e non deve pensare che pulendo i suoi escrementi giocheremo più spesso con lui. Prima di piegarsi sul pavimento e pulire quindi è bene che il cane si trovi in un’altra stanza e non ci veda.
  • Non dobbiamo ovviamente lasciare il nostro amico a casa per tante ore e fare in modo che possa uscire più volte al giorno, non solo per i classici (scarsi) cinque minuti consentiti per il bisognino ma anche per passeggiate più lunghe.

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